Come già riportato nell’articolo
https://www.beatricesilenzi.it/le-regole-del-gioco-della-comunicazione
e indicato nel libro “Fabbrica della Comunicazione. Il Linguaggio dei Media” “la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura della sequenza degli eventi” e questo assioma ricorda che ognuno di noi tende ad interpretare la realtà in modo personale e soggettivo, e questo può portare a distorsioni e incomprensioni.
Ognuno di noi punta gli eventi in base al proprio punto di vista, e tende a considerare la propria versione della realtà come l’unica vera e valida, spesso senza ascoltare quella dell’altro.
Il meccanismo, apparentemente innocuo, può portare a conflitti che si autoalimentano, poiché ognuno è convinto che la causa del problema risieda nel comportamento dell’altro.
Pensiamo alle liti coniugali, dove spesso ogni partner accusa l’altro di essere la causa dei propri problemi.
La punteggiatura dirige il flusso comunicativo e ci porta ad interpretare la realtà in modo parziale.
La condivisione di una cultura comune, tuttavia, dovrebbe permetterci di organizzare e codificare le esperienze comuni in modo da favorire una comunicazione efficace. Al contrario, quando un individuo ha una convinzione profonda su un certo aspetto della realtà, tenderà a considerare ogni comunicazione che gli viene indirizzata come una conferma delle proprie convinzioni.
“La comunicazione può essere verbale – digitale – o non verbale – analogica”: altro assioma ricorda che durante una comunicazione non usiamo solo le parole, ma anche il linguaggio del corpo, il tono della voce, lo sguardo, i gesti.
Il linguaggio verbale, o digitale, veicola soprattutto il contenuto del messaggio e si basa su convenzioni arbitrarie (come le parole), mentre il linguaggio non verbale, o analogico, veicola gli aspetti relazionali e le emozioni.
La congruenza tra i due tipi di comunicazione è fondamentale per un’interazione efficace. Se una persona afferma di essere felice ma il suo volto esprime tristezza, questa incongruenza può compromettere la credibilità del messaggio. Durante le interazioni, siamo costantemente impegnati nel convertire i messaggi analogici in digitale, e viceversa. Un’errata decodifica dei segnali non verbali può portare a fraintendimenti e ad una distorsione della realtà relazionale.
“Gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari”, assioma che ci aiuta a capire le dinamiche che si instaurano durante uno scambio comunicativo, in base alla posizione di potere o leadership assunta dai partecipanti.
Nelle relazioni simmetriche, i comunicanti si pongono sullo stesso piano, senza che nessuno dei due riconosca un ruolo di dipendenza, mentre in quelle complementari, invece, uno dei comunicanti riconosce la posizione dell’altro, dando vita ad un rapporto di interdipendenza che favorisce l’efficacia della comunicazione.
Questo non significa che la comunicazione efficace debba sempre prevedere che uno dei comunicanti si sottometta all’altro, ma che i ruoli non devono essere rigidi ed immutabili. La comunicazione efficace si basa sull’alternanza di simmetria e complementarietà, sul riconoscimento delle reciproche caratteristiche e sulla capacità di adattarsi al contesto.