Come sottolineo nel mio libro “Fabbrica della Comunicazione. Il Linguaggio dei Media” per Watzlawick la comunicazione non è solo uno scambio di informazioni, ma un vero e proprio motore di cambiamento che ha effetti concreti sul comportamento delle persone.
Ogni messaggio ha una “funzione pragmatica” che influenza chi ascolta: non esiste comunicazione senza comportamento e viceversa, ogni comportamento comunica qualcosa, anche quando non si usano le parole.
Gli assiomi di Watzlawick sono un tentativo di formalizzare queste regole, aiutando a capire come funziona (o non funziona) la comunicazione umana.
“Non si può non comunicare”: è l’assioma più semplice, ma anche il più rivoluzionario: non possiamo sottrarci alla comunicazione, ogni nostra azione, parola o silenzio è un messaggio inviato al mondo che ci circonda.
Anche quando cerchiamo di non comunicare, in realtà stiamo comunicando la nostra volontà di non interagire: che si tratti di un sorriso, di un’occhiata o di un silenzio prolungato, ogni nostro comportamento ha un significato e può influenzare gli altri ed anche chi soffre di disturbi mentali, con i propri silenzi o i propri deliri, sta comunicando qualcosa.
“Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione” ovvero, durante uno scambio comunicativo, non dobbiamo limitarci a trasmettere informazioni, ma definiamo la relazione tra i comunicanti.
Ogni messaggio ha un aspetto di contenuto e uno di relazione: se il capo chiede di svolgere un lavoro, sta esercitando il suo potere gerarchico, ma se la stessa richiesta la fa un amico, il messaggio assume un significato completamente differente.
Ecco la “lotta” che definisce le regole del gioco e stabilisce la natura della relazione, attraverso un processo che viene definito “metacomunicazione”, ovvero la comunicazione sulla comunicazione.