È una patologia insidiosa e difficile da riconoscere perché chi ne soffre è spesso normopeso.
Come sottolineato anche parlando dell’anoressia, la bulimia nervosa è un disturbo della nutrizione che si manifesta mangiando quantità esagerate di cibo in un brevissimo lasso di tempo.

A seguito del senso di colpa che deriva da questa condotta, la persona mette in atto determinate modalità per liberarsi da tutto il cibo ingerito, attraverso vomito autoindotto o l’uso di lassativi.

Che cos’è la Bulimia Nervosa?
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, affinché si possa parlare di Bulimia ci devono essere le seguenti caratteristiche:

1. Le abbuffate di cibo devono essere ricorrenti, frequenti e vissute con disagio. Si mangia moltissimo in pochissimo tempo e il cibarsi è indipendente dalla percezione di fame (perdita di controllo).

2. Devono mettersi in atto modalità compensatorie (per neutralizzare gli effetti delle abbuffate): vomito autoindotto, assunzione impropria di lassativi e diuretici (in media una volta alla settimana fino a tre mesi).
Si abusa di esercizio fisico e la preoccupazione per il peso e la forma del corpo è continua ed estrema.

3. Si manifestano disturbi dell’umore.

Si tratta di un un disturbo che insorge tra gli 11 ed i 25 anni (anche se non mancano forme precoci e tardive) e che interessa prevalentemente persone di sesso femminile (9 a 1 nel rapporto con il sesso maschile) e che viene spesso tenuto nascosto per vergogna.

Il vomito autoindotto e ripetuto, l’abuso farmaci per liberarsi dal cibo ingerito causano scompensi nel corpo e danni a cuore, reni, intestino.

Come guarire?

Normalizzare il comportamento alimentare: interruzione del circolo vizioso restrizione-abbuffata-vomito.

Riacquistare abitudini sane verso il cibo
Il peso non è l’unico o il principale fattore su cui basare il proprio valore.

La terapia cognitivo-comportamentale sembra sia molto utile per situazioni di questo tipo: attraverso colloqui, il disturbo viene evidenziato e condiviso tra terapeuta e paziente.

Utile anche ai fini della guarigione, la possibilità di tenere un diario alimentare in cui scrivere non solo quello che si mangia ma anche le emozioni che si provano ed i pensieri.

Il trattamento farmacologico è efficace perché garantisce un miglioramento dell’umore ed aumenta la predisposizione alla psicoterapia. 

Parlo di questo disturbo, come dell’anoressia, nel libro È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti

Beatrice