Una di quelle parole che sentiamo spesso, ma che rischiamo di fraintendere è “iperconnettività”, perché non si tratta solo di avere più dispositivi connessi o di passare ore online, ma di un cambiamento radicale nel modo in cui comunichiamo e interagiamo con il mondo.
L’errore più comune è pensare che l’approccio al digitale sia una libera scelta a cui molti si sono avvicinati con timore o diffidenza, altri con curiosità o entusiasmo.
La ricerca scientifica, a volte, ha alimentato questa ambiguità, contrapponendo “digitale” e “convenzionale” come se fossero due mondi separati, ma, in realtà, è giunto il momento di tornare alle basi, rileggendo i principi fondamentali della comunicazione alla luce delle nuove tecnologie.
Si può anche decidere di non essere “attivi” nel digitale, invocando una sorta di immunità, ma non possiamo esimerci dall’assumere un certo comportamento in questo contesto. Si può scegliere di essere “permeabili” agli strumenti digitali, esponendoci selettivamente ed evitando i social, ma anche questo “silenzio” avrà un significato e una valenza comunicativa, che lascerà spazio a diverse interpretazioni.
Con “circolarità della comunicazione” intendiamo la perdita della distinzione tra emittente e ricevente: la guida del processo comunicativo diventa diffusa, condivisa tra tutti i partecipanti: questo scenario pone interessanti sfide e quesiti, come la legittimità delle fonti e la diffusione delle fake news, il sovraccarico di informazioni che affatica la nostra mente, la partecipazione attiva delle persone e la creazione di un senso comune condiviso.
Altro elemento dirompente dell’era digitale è l'”estensione della comunicazione nel tempo e nello spazio” e, grazie a internet e alle nuove tecnologie, la comunicazione non conosce più confini. Un aspetto che, se da un lato apre nuove opportunità, dall’altro nasconde insidie.
Ma lo strumento non è la chiave di tutto: la differenza è nel “comportamento comunicativo”. Utilizzare un cellulare o un social media non ci rende automaticamente bravi comunicatori, così come evitarli non ci preserva dalle insidie della comunicazione.
Sia che abbracciamo la tecnologia, sia che la evitiamo, ciò che conta è l’approccio che scegliamo di avere.
Parlo di comunicazione nel libro “Fabbrica della Comunicazione. Il Linguaggio dei Media”